Non è un tumore maligno: una (piccola) grande rivoluzione nel campo dei tumori della tiroide

Non è un tumore maligno: una (piccola) grande rivoluzione nel campo dei tumori della tiroide

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Grazie al contributo di un gruppo internazionale di esperti, di cui fanno parte tre ricercatori italiani, una particolare forma di tumore tiroideo, sino ad oggi considerata maligna e che rappresenta circa il 20 % dei casi di tumori della tiroide, non è più classificata come tale.
Questa nuova categoria di tumore da oggi in poi verrà identificata con l’acronimo NIFTP (“Noninvasive Follicular Thyroid Neoplasm with Papillary-like Nuclear Features”), ossia “neoplasia follicolare tiroidea non invasiva”. “Neoplasia” quindi e non più “carcinoma”.
I dati scientifici alla base di questa riclassificazione sono stati ottenuti partendo da precedenti evidenze scientifiche, grazie all’iniziativa e al lavoro congiunto di un gruppo di esperti del settore (24 patologi, due endocrinologi e un chirurgo della tiroide), di uno psichiatra e di un rappresentante di un’associazione di pazienti affetti da carcinoma tiroideo e recentemente pubblicati sull’autorevole rivista JAMA Oncology.
Il gruppo di lavoro ha elaborato una lista di stringenti criteri per la diagnosi istologica di tale neoplasia (tiroidea follicolare non invasiva). Il comportamento clinico e biologico di questa particolare forma di tumore è stato verificato raccogliendo le informazioni cliniche di 109 pazienti che avevano ricevuto questa “nuova” diagnosi istologica e un monitoraggio clinico prolungato (durata minima di 10 anni fino ad un massimo di 26 anni). In linea con quanto ipotizzato, nessuno di questi pazienti ha sviluppato una recidiva di malattia, caratteristica tipica dei tumori maligni, confermandone la natura essenzialmente benigna di comportamento.
Ben lungi dall’essere una mera discussione accademica o una pura nozione per soli addetti ai lavori, questa riclassificazione rivoluzionerà la gestione medica delle persone affette da neoplasia follicolare tiroidea non invasiva (NIFTP) che costituiscono circa il 20% dei casi dei tumori della tiroide. Un ulteriore avanzamento della Ricerca verso una medicina di precisione capace di modellarsi sulle caratteristiche di ciascun individuo e di rispondere alla attuale esigenza di eliminare costi sanitari inutili.
In presenza di tale diagnosi, infatti, in coloro in cui è stata asportata metà tiroide non si dovrà più procedere alla resezione dell’altra metà della ghiandola e in chi è stata effettuata un’asportazione completa della tiroide non si dovrà più effettuare ulteriore terapia con iodio radioattivo.
Inoltre, eventuali controlli successivi potranno essere distanziati nel tempo.
Un cambiamento, quindi, che eviterà trattamenti non necessari e costi inutili, ma soprattutto una piccola grande rivoluzione che risparmierà molti individui dal devastante “costo” psicologico che la diagnosi di “cancro o tumore maligno” porta con sé nella vita di ognuno di noi.