Epidemiologia dei noduli tiroidei  

L’incidenza dei noduli tiroidei nella popolazione adulta è in progressivo aumento negli ultimi decenni. Il 5-15% di tutti i noduli tiroidei è maligno, con percentuali variabili in base a fattori etnici e ambientali (carenza di iodio, esposizione a radiazioni, malattie metaboliche, alcol e fumo). L’ aumento dell’incidenza di malattie nodulari della tiroide si traduce in un aumento della diagnosi di cancro alla tiroide.   

Carenza di iodio

La prevalenza della patologia nodulare tiroidea è molto più elevata nelle aree carenti di iodio. La supplementazione di iodio, effettuata con metodi diversi, influenza favorevolmente la prevalenza del gozzo e dei noduli tiroidei. Durante la carenza di iodio, le alterazioni iperplastiche del parenchima tiroideo funzionante compensano il potenziale deficit ormonale e assicurano il mantenimento dello stato di eutiroidismo, determinando così un semplice gozzo. Il gozzo semplice evolve, nel tempo, in forme nodulari. In caso di deficit grave e protratto, la risposta compensatoria può diventare inadeguata ed è seguita dalla progressiva insorgenza di ipotiroidismo.

Radiazioni ambientali

La ghiandola tiroidea è particolarmente sensibile agli effetti cancerogeni delle radiazioni ionizzanti, specialmente durante l’infanzia e l’adolescenza. I noduli tiroidei e il rischio di cancro alla tiroide aumentano dopo l’esposizione a una dose media che supera i 50-100 mGy, con un periodo di latenza piuttosto lungo prima della comparsa del cancro (almeno 5-10 anni). In particolare, i fattori di rischio per il cancro papillare e follicolare sono:

• Radioterapia a fasci esterni per linfomi del testa-collo
• Esposizione a iodio radioattivo (I-131) durante l’infanzia
• Esposizione al fall-out nucleare (es. Chernobyl, Hiroshima)

RET/PTC è il ri-arrangiamento genetico più frequente nel carcinoma tiroideo indotto da radiazioni e attualmente rappresenta un bersaglio specifico per lo sviluppo di nuovi farmaci.

Influenza dell’alcool e del fumo 

Fattori tossici come l’alcol e il fumo influenzano le dimensioni e la morfologia della tiroide. L’assunzione di alcol sembra essere associata a una minore prevalenza di gozzo tiroideo e noduli tiroidei.

Il tiocianato, presente nel fumo di tabacco, è un inibitore dell’assorbimento dello iodio e può favorire la comparsa del gozzo. L’associazione del gozzo con l’abitudine tabagica cambia a seconda delle regioni esaminate:

• Aree iodio-sufficienti: impatto modesto o nullo
• Aree carenti di iodio: aumento del rischio di gozzo e malattia nodulare della tiroide

Disordini endocrino-metabolici

La relazione tra alterato metabolismo del glucosio e nodularità tiroidea è controversa. Alcuni studi riportano un ruolo gozzigeno di un alterato metabolismo dei carboidrati, principalmente nelle aree carenti di iodio, con una maggiore tendenza, con rischio quasi raddoppiato, a sviluppare noduli tiroidei rispetto agli individui non diabetici. Altri studi concludono che il diabete è un fattore di rischio minore per i noduli tiroidei e suggeriscono come l’età avanzata rappresenti il principale determinante.

Anche l’aumento dei livelli di IGF-1 può svolgere un ruolo nello sviluppo dei noduli tiroidei. È riportata in letteratura un’associazione lineare tra i livelli sierici di IGF-1 e il rischio di gozzo nodulare. Allo stesso modo, il 30% dei pazienti trattati con ormone della crescita per carenza di GH ha sviluppato noduli tiroidei, con livelli sierici di IGF-1 come miglior predittore primario di iperplasia tiroidea (P <0,03). Inoltre, pazienti acromegalici hanno un aumento del 20% del volume tiroideo rispetto ai soggetti normali, un cambiamento che può diminuire dopo la normalizzazione dei loro livelli di IGF-1.

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